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Bergamo, Basilica di Santa Maria Maggiore
Concerto di 8 campane in Si2 +42/100 (Giacomo Crespi 1768; Re#3 Crespi 1766; Si3 Crespi 1770; Si2 Francesco Comerio 1792; Mi3 Giovanni Battista Monzini 1827; Sol#3 Fratelli Barigozzi 1896; La#3 Angelo Ottolina 1955)
Distesa delle cinque campane maggiori per l'Angelus
La storia della basilica ebbe inizio nel 1133, quando la città fece un voto solenne alla Madonna affinché proteggesse Bergamo dalla peste. La nuova chiesa sorse sulle fondamenta di un edificio precedente, già presente da almeno quattro secoli e utilizzato in inverno dal capitolo della vicina cattedrale di San Vincenzo. La ricostruzione della basilica iniziò ufficialmente nel 1137, sotto la guida del maestro comacino Fredo. Le parti più antiche ancora conservate di quel periodo sono l'abside maggiore e una porzione dei transetti, il rimanente della parte muraria verrà completato entro il secolo successivo. A partire dal 1185 Santa Maria Maggiore iniziò a ospitare le funzioni sacre, officiate a turno dai canonici della cattedrale. L'esterno della chiesa testimonia la costruzione in due tempi, poiché ai conci ben squadrati in arenaria grigia rispondono le tessere in arenaria ocra. Nella basilica si tenevano anche le assemblee del popolo, secondo una prassi tipica del periodo comunale. I lavori subirono un graduale rallentamento con l’inizio del XIII secolo, quando le ristrettezze economiche consentirono appena di completare la facciata cieca e l'atrio. I lavori di abbellimento ripresero nel Trecento con Giovanni da Campione, mentre tra il 1436 e il 1459 Bertolasio Moroni fu incaricato di innalzare la nuova torre campanaria a completamento dell’edificio medievale. Il bellissimo campanile, ricco di fregi marmorei di Ardighino de Bustis, arrivava fino all’attuale cella campanaria. Nel frattempo, il 23 giugno 1449 il senato e il consiglio della città di Bergamo avevano affidato la gestione della chiesa all'Opera Pia Misericordia Maggiore, prestigioso sodalizio fondato nel 1265 che da tempo si occupava della cosa pubblica. Il consorzio sopperì alle lacune economiche della fabbriceria, suscitando la ferma opposizione del clero locale. La Misericordia Maggiore si rivolse alle massime autorità politiche ed ecclesiastiche del tempo, ottenendo l'appoggio sia della Repubblica di Venezia che di papa Niccolò V, che il 14 marzo 1453 emise un'apposita bolla nella quale sanciva l'autonomia della basilica. La pianta originale a croce greca con sette absidi, tre centrali e quattro sul transetto, fu lievemente modificata nel 1472 con l'abbattimento di quello nord-ovest per volontà di Bartolomeo Colleoni. Tra il 1485 e il 1491 fu eretta la sagrestia nuova, poiché la vecchia era stata demolita per far spazio al mausoleo Cappella Colleoni. Il 23 ottobre 1522 l'intarsiatore Giovan Francesco Capoferri fu incaricato di posare un nuovo coro ligneo, progettato architettonicamente da Bernardo Zenale. I cartoni preparatori delle tarsie furono commissionati a Lorenzo Lotto, che riscontrò nel giovane intagliatore perfetta maestria nell’esecuzione del suo progetto. Il coro e gli stalli furono montati nel presbiterio della basilica nell'estate 1530, mentre l’opera sarà completata dai due figli del Capoferri tra il 1554 e il 1555, con l'aggiunta del coro dei laici. Il 10 settembre 1574 san Carlo Borromeo iniziò la sua visita pastorale nella città orobica, dando il via alla radicale trasformazione della basilica. In ottemperanza alle sue richieste gli affreschi trecenteschi sparirono dalla basilica, mentre il campanile della stessa fu sopraelevato. L'edificio subì notevoli rimaneggiamenti nel primo Seicento, grazie alla maestria di Francesco Maria Richini, Giovanni Angelo Sala e Giovanni Barberini. L’interno è un trionfo totale del barocco, stile che ha saputo armonizzare tutti gli strati precedenti dei quali la basilica è una rara antologia. Il matroneo ospita il tesoro della basilica, mentre i grandi arazzi delle pareti sono intervallati da opere di straordinaria importanza e bellezza, come il confessionale del Fantoni e la tomba di Gaetano Donizetti. Sulle due cantorie lungo le pareti del presbiterio si trova il l'organo a canne, costruito nel 1915 da Carlo Vegezzi Bossi e ampliato dalla ditta organaria Ruffatti nel 1948 e nel 1992. Il campanile ospita un prezioso concerto di otto campane, fuse in diversi anni a seguito della progressiva rottura delle originali settecentesche. Il concerto principale era stato realizzato da Crespi nel 1768, ricuperando anche alcune campane precedenti.
Un ringraziamento al priore don Gilberto e al sacrestano Marco.
0:00 Intro
1:09 Cattedrale e Campanone
2:28 Distesa
5:41 Basilica
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Es läuten die sechs #Glocken der kath. Pfarrkirche St. Michael in München-Berg am Laim.
Eine der schönsten Sakralbauten in der bayerischen Landeshauptstadt liegt mit der Rokoko Bruderschaftskirche zum Hl. Michael etwas abseits des Trubels im Stadtteil Josephsburg. Eigentlich wäre die schmucke Doppelturmfassade als Endpunkt einer lachen Prachtstraße aus der Münchner Innenstadt gedacht. Dieses Vorhaben wurde allerdings glücklicherweise nie realisiert.
Den Auftrag zum Bau dieses Gotteshauses gab der Fürsterzbischof von Köln und Herzog von Bayern Clemens August I., der in Berg am Laim ein Hofgut besaß, dem die Michaelskirche fortan als Hofkirche dienen sollte. Sie wurde der Erzbruderschaft St. Michael als geistige Heimstätte übergeben. Der Bau, der von 1735-51 von Johann Michael Fischer geleitet wurde, gilt heute als Meisterwerk süddeutschen Barocks und Rokoko. Zur inneren Ausgestaltung und Schönheit der Kirche sei in die Fachliteratur verwiesen.
Mit der Säkularisation des Kurerzbistums Köln 1801 verlor St. Michael seinen Status und wurde Pfarrkirche für Berg am Laim und Baumkirchen. Dies war zuvor die alte Dorfkirche St. Stephan (https://youtu.be/_IeIVcW-rSE) gewesen. Nach leichten Kriegsschäden kurz vor Ende des 2. Weltkrieges konnte die Kirche recht bald wieder in der alten Schönheit ihrer Bestimmung übergeben werden.
Das erste Geläut zog im Jahr der Kirchweihe 1751 in die beiden Türme ein. Damals goss Anton Benedikt Ernst vier Glocken in e'-g'-c''-d''. Da die große Glocke nach einiger Zeit schadhaft wurde, gab man diese als Metallspende an den Erdinger Glockengießer Bachmair, der das Geläut von St. Michael 1893 zu einem sechsstimmigen Glockenchor (c'-f'-g'-a'-c''-d'') ergänzte. In beiden Weltkriegen wurden Glocken beschlagnahmt, lediglich die Marienglocke im Ton a' überlebte diese und läutet noch heute. Nachdem die heutige Stebeglocke von 1631 aus der benachbarten Lorettkirche hierher kam, ließ man 1954 in der Landshuter Gießerei Hahn vier neue Glocken gießen, die das Geläut wieder vervollständigten.
Die große Glocke hängt im Südturm, der Rest im nördlichen der beiden Türme.
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d'-f'-g'-a'-c''-(fis'')
Glocke 1
Hl. Michael
Ton: d'+1
Gewicht: 1550 kg
Durchmesser: 138 cm
Gießerei: Johann Hahn, Landshut
Gussjahr: 1954
Inschrift: GOTT IST DER HERR AUCH UNSERER ZEIT, SEIN ENGEL FÜHRT UNS ZUR EWIGKEIT.
Glocke 2
Maria Immaculata
Ton: f'+2
Gewicht: 870 kg
Durchmesser: 114,5 cm
Gießerei: Johann Hahn, Landshut
Gussjahr: 1954
Inschrift: ER HAT MICH UMHÜLLT MIT DEM MANTEL DER GERECHTIGKEIT, WIE EINE BRAUT IM SCHMUCKE
Glocke 3
Hl. Vinzenz
Ton: g'+3
Gewicht: 670 kg
Durchmesser: 103 cm
Gießerei: Johann Hahn, Landshut
Gussjahr: 1954
Inschrift: DEN ARMEN DIENEN HEISST IHM NACHFOLGEN.
Glocke 4
Hl. Maria
Ton: a'
Gewicht: 350 kg
Durchmesser: 88 cm
Gießerei: Anton Bachmair, Erding
Gussjahr: 1893
Inschrift: Ave Maria, gratia plena + Ora pro nobis nunc et in hora mortis nostrae Amen
Glocke 5
Hll. Schutzengel
Ton: c''+2
Gewicht: 275 kg
Durchmesser: 76 cm
Gießerei: Johann Hahn, Landshut
Gussjahr: 1954
Inschrift: IHRE ENGEL IM HIMMEL SCHAUEN IMMER AUF DAS ANGESICHT MEINES VATERS.
Glocke 6
Sterbeglocke
Ton: fis''-4
Gewicht: 100 kg
Durchmesser: 53 cm
Gießer: Bartholomäus Wengle, München
Gussjahr: 1631
Inschrift: MICH GOSS BARTOLOMÄUS WENGELE IN MINCEHN MD C XXX I
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Ein herzliches Dankeschön an die Pfarrei St. Michael Berg am Laim, v.a. Brian und Sigrid für die Ermöglichung der Aufnahmen.
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Heute feiert die Kirche von Dresden-Meißen und München ihren Patron, den Hl. Benno, dessen Heiligsprechung sich heuer zum 500. Mal jährt.
Hl. Benno von Meißen, bitte für uns!
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