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Palazzago (BG), Chiesa Prepositurale di San Giovanni Battista
Concerto di 8 campane in Sib2 +43/100 (Giorgio Pruneri 1901; Do3, Sib2 Giovanni Battista De Poli 1954)

Distesa completa e concerto solenne come primo e secondo segno per la S. Messa della II Domenica di Pasqua

Il borgo si sviluppò in epoca medievale attorno a un oratorio di montagna, officiato dai monaci dall’abbazia di Pontida. La parrocchia di Palazzago fu canonicamente eretta nel 1344 per interessamento di Andrea Canali, vicario del cardinale Giovanni Colonna, abate commendatario di Pontida. Nel corso del Quattrocento i parrocchiani promossero la ricostruzione dell’antica chiesa romanica di San Giovanni, ormai divenuta insufficiente a contenere il numero dei fedeli. La torre d’avvistamento sorta intorno all’Anno Mille fu utilizzata come base per costruire la nuova chiesa, le cui volte furono completate con diverse raffigurazioni di notevole bellezza stese dalla mano sapiente dei Baschenis di Averara. La parrocchia fu visitata nel 1575 anche dall’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, che la definì molto curata. La nuova ripartizione in cui fu suddivisa la diocesi confermò la chiesa di Palazzago come sopposta alla giurisdizione plebana del monastero di San Giacomo, insieme a Endenna, Ambivere, Somendenna e la neonata parrocchia di Burligo. All'inizio del XVIII secolo la popolazione aumentò sensibilmente generando il forte desiderio di costruire una nuova chiesa, utilizzando il presbiterio della precedente come base del campanile provvisorio. Il 3 agosto 1728 fu benedetta la prima pietra del nuovo edificio, aperto al culto nel 1755. La situazione amministrativa della parrocchia cambiò nel 1798, quando la soppressione del monastero portò il parroco di Palazzago a essere insignito del titolo di prevosto ad personam, dignità che spettava ai vicari foranei. Il parroco conservò il titolo onorifico anche dopo il passaggio al vicariato di Almenno prima e il ritorno definitivo a quello di Pontida poi. Il tempio fu solennemente consacrato l'8 settembre 1839 dal vescovo Carlo Gritti Morlacchi. Nel 1842 venne collocata la grande pala d’altare della Predicazione di Giovanni Battista, opera di Giovanni Scaramuzza, accompagnata nel 1893 da altre due tele di Abramo Spinelli raffiguranti la natività e il martirio del santo patrono. L’apposito vano nel muro, previsto in cornu Evangelii, fu riempito nel 1852 con una preziosa cassa in legno d'abete, realizzata per contenere l’imponente organo a canne fabbricato dai fratelli Serassi di Bergamo. La parte rimasta dell’antica chiesa medievale, convertita a suo tempo in un campanile, nel 1901 fu impiegata come base per erigere una torre vera e propria. Il campanile seguì lo stile della precedente costruzione provvisoria, i cui muri perimetrali erano parzialmente ceduti a fine Ottocento. Il campanile fu completato utilizzando pietra calcarea locale e impreziosito con la fusione del nuovo concerto di otto campane Pruneri, consacrate dal vescovo il 30 settembre dello stesso anno. La torre raggiunse i 49,5 metri di altezza e le otto campane accompagnarono le vicende dei parrocchiani fino al 13 febbraio 1943, giorno in cui suonarono all’unisono per l’ultima volta prima che le due maggiori venissero requisite per scopi bellici. I 3866 kg di bronzo requisito furono restituiti dallo stato come danno di guerra, consentendo nel 1954 alla fonderia De Poli di reintegrare le due campane per completare la scala musicale. La chiesa prepositurale domina il centro storico con la sua imponente mole, caratterizzata dall’alta facciata in cima a una ripida scalinata. Il bellissimo portale in pietra di Zandobbio immette all’interno di un edificio a navata unica dalla caratteristica forma ellittica. La pianta ottagonale rispecchia il gusto barocco tipico di Roma, città dove il capomastro Candido Micheli si era formato, con una serie di cappelle inserite su ciascun lato, che si congiungono al centro nell’ampio presbiterio rettangolare. Il presbiterio è dominato dal magnifico altare maggiore in marmo rosso e nero, completato nel 1750, mentre la navata si innalza fino ad aprirsi nella grande volta ellittica affrescata da Simone Paganelli nel 1750. L’opera più prestigiosa è certamente la tela dell’Assunta, dipinta da Giovan Battista Moroni nel 1564. L’altare laterale a destra dell’ingresso ospita il prezioso simulacro dell’Addolorata, opera del 1781 firmata Grazioso Fantoni. L’altare centrale ospita una preziosa reliquia della Santa Croce, donata nel 1590 da papa Sisto V. Il tutto è completato dalla presenza di pregevoli opere in legno, databili tra la metà del Settecento e il secolo successivo.

Un ringraziamento a @tagliolini2764 e al prevosto don Angelo.

0:00 Intro
1:20 Distesa
5:33 Concerto

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Es läuten die fünf sehr interessanten Glocken der katholischen Pfarrkirche zu Silenen im Urner Reusstal.

Stimmung: c' e' g' a' c''

Giesser:
Roberto Mazzola, Valduggia-Novara, Italien (1,2,4,5)
H. Rüetschi AG, Aarau (3)
Gussjahr: 1922 (1,2,4,5) / 1960 (3)

Aus dem Kirchturm von St. Albin erklingt eine echte Rarität in der Schweizer Glockenlandschaft. Im 18. Jahrhundert liessen sich in Silenen sowie im ganzen Urner Reusstal zahlreiche italienische Familien und Gastarbeiter nieder. So kam es das 1922 die Barocke Pfarrkirche ein neues Geläut von Roberto Mazzola aus Valduggia in der italienischen Provinz Novara erhielt. Der neue Glockenbestand verdrängte ein historisch hochbedeutendes Geläut. Auf Antrag des Silener Kirchenvogts Alois Furrer setzte sich Mazzola gegen Rüetschi durch und bescherte Uri damit ein in Gestaltung und Hängung typisch italienisches Geläut, das für die Deutschschweiz einmalig geblieben ist. Die Glockenformen haben nach italienischer Tradition einen sehr hohen Obersatz und sind reich mit Friesen am Schlagring, Wolm und Hals ornamentiert. Dazu kommen die Reliefs der Heiligfiguren in südländisch üppigen, neubarocken Rahmungen, das Gemeindewappen und schliesslich die Giesser Inschrift in einer Kartusche. Vieles erinnert an die barocken Glocken Peccorinos. Auch die kunstvoll gekröpften Joche aus Gusseisen zeigen, dass hier ein Giesser aus dem lombardischen Raum tätig war. Ironischerweise sprang die mittlere Glocke nach einigen Jahren und wurde 1960 durch einen Neuguss der Aarauer Giesserei Rüetschi ersetzt. Wie es sich gehört wurde das alte Joch übernommen sowie die Glocke selbst in der Tessiner Rippe ausgeführt.

Silenen ist Mutterkirche verschiedener Pfarreien im Urner Reusstal und wird deshalb als eine der drei Landespfarreien bezeichnet. Der Name "Silana" erscheint erstmals in einer Schenkungsurkunde aus dem Jahre 857, mit der König Ludwig dem Priester Berold die Kirchen von Bürglen und Silenen übergab. Die damalige Kirche dürfte aber bereits die zweite an diesem Ort gewesen sein, da eine erste Kapelle im Jahre 853 durch eine Lawine zerstört worden sein soll. Auch die Nachfolgegebäude von 1347 und 1481 blieben nicht erhalten, letztere wurde 1745 durch ein Unwetter zerstört. Die heutige Barockkirche wurde am 20. September 1756 eingeweiht. Ihr Mittelpunkt ist der Hochalter von Johann Jost Ritz, dem berühmten Oberwalliser Künstler.
Von der Landespfarrei Silenen lösten sich dann im Jahre 1439 Wassen und Göschenen und im Jahre 1903 Gurtnellen, Amsteg und Bristen.

Dem Kirchgemeindepräsidenten ein recht herzliches Dankeschön für die Ermöglichung der Aufnahmen!

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