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Milano, Crescenzago, Chiesa di Santa Maria Rossa in Crescenzago
Concerto di 8 campane in Do3 -32/100 (Giuseppe Oltolina 1874; La3, Re3 Fratelli Ottolina 1928; Do4, Si3, Sol3 Ottolina 1931; Do3 Carlo Ottolina 1955)
Concerto solenne per l'Angelus nella vigilia della SS. Trinità
La prepositura dei canonici regolari di Santa Maria di Crescenzago fu eretta nel 1140 per volontà dell’arcivescovo Robaldo, il quale affidò a una comunità di sacerdoti che seguiva la regola di sant’Agostino una chiesetta del IX secolo posta sotto la pieve di Segrate. L'oratorio fu sostituito da un nuovo imponente edificio, eretto dai canonici a partire dal 1143. La bellissima costruzione medievale, più volte rimaneggiata nei secoli successivi, è ancora quella che possiamo ammirare oggi. Il nuovo arcivescovo di Milano Oberto prese sotto la sua protezione i sacerdoti della canonica, concedendo al prevosto numerosi privilegi. La donazione di terreni più importante fu certamente quella di Conigo, i cui abitanti versavano le decime alla pieve di Rosate. Il contenzioso fu risolto nel 1182 da papa Lucio III, monaco cistercense molto colpito dalla santità con cui vivevano i canonici di Crescenzago. La comunità generò altre canoniche all’interno della diocesi di Milano, riunite sotto la Congregazione di Santa Maria di Crescenzago per volere dell’arcivescovo Filippo Lampugnani. La congregazione godette del forte appoggio di papa Urbano III, che beatificò anche due suoi membri. Nel 1250 il domenicano Stefano Spagnolo visitò la canonica inviato da papa Innocenzo IV, il quale favorì la costruzione di un ospedale per i poveri infermi. Lo stesso pontefice soggiornò a Crescenzago l’anno seguente. Nel 1322 il signore di Milano Matteo Visconti fu qui ricondotto sulla retta via, trovando cristiana sepoltura, dopo essere stato scomunicato e costretto all’esilio. Nel corso del Trecento furono stesi gli importanti affreschi dell’abside, dove campeggia il Cristo benedicente, e iniziò la costruzione di alcune delle cappelle laterali. Nel Quattrocento i canonici lateranensi aprirono al Casoretto un’importante canonica, che per essere distinta da quella di Crescenzago fu chiamata Santa Maria Bianca. Da quel momento, accanto alla denominazione originaria Santa Maria, iniziò ad apparire il termine Rossa per indicare la canonica di Crescenzago; nel 1420 fu eretta in città una terza canonica chiamata di Santa Maria Nera, poi associata alla Madonna di Loreto. La fiorente canonica di Santa Maria Rossa iniziò un nuovo periodo della sua storia a partire dalla seconda metà del XV secolo, quando l’edificio passò in commenda. Il prestigio di Crescenzago continuò anche sotto i commendatari, i quali dotarono la loro chiesa di importanti tesori che oggi adornano biblioteche e musei. Nel 1503 fu aperta la prima cappella di sinistra, dedicata a santa Caterina, il cui altare fu completato con un solenne trittico del Bergognone, rubato nel 1971 e ricuperato per poi essere esposto nel Museo diocesano. L’elegante campanile medievale fu sopraelevato alla fine del XVI secolo, come risulta evidente dalla differenza tra la parte intonacata e i mattoni a vista che partono dall'ultima campata della navata laterale destra. La torre quadrangolare è divisa da cornici marcapiano in vari ordini, fino alle grandi monofore della cella campanaria che ospita un concerto di otto campane. Le antiche campane vennero calate nel 1874 e rifuse in un nuovo concerto da Giuseppe Oltolina. Nel 1928 i fratelli Ottolina furono chiamati a rifondere la seconda maggiore, ampliando a sei elementi il precedente concerto di cinque. Gli stessi aggiunsero nel 1931 altre due campane, dopo aver rifatto l’originaria campana minore. Da ultimo, i figli di Carlo Ottolina rifusero anche il campanone, crepatosi nel 1955. Nel 1772 la canonica fu soppressa dal cardinale Giuseppe Pozzobonelli, che eresse contestualmente la chiesa a parrocchia prepositurale. Negli anni ’20 del XX secolo furono condotti importanti lavori di restauro, che eliminarono arbitrariamente tutte le aggiunte barocche per riportare la chiesa a un sostanziale aspetto medievale, compreso il rifacimento quasi totale della facciata. Al termine dell’intervento, la chiesa fu riconsacrata l'8 settembre 1923 da un delegato inviato dal cardinale Eugenio Tosi. Molti sono gli elementi che legano la chiesa all’architettura lombarda cistercense del XII secolo, dove il romanico stava lasciando progressivo spazio al gotico. La zona absidale è la parte più antica della chiesa, databile all’epoca della precedente costruzione altomedievale. Le tre absidi sono sorrette esternamente da contrafforti, i medesimi che sostengono anche il resto dell’edificio.
Un ringraziamento al prevosto don Davide e al sacrestano Adriano.
0:00 Intro
1:22 Concerto
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Es läuten die sechs #Glocken der kath. Pfarrkirche St. Michael in München-Berg am Laim.
Eine der schönsten Sakralbauten in der bayerischen Landeshauptstadt liegt mit der Rokoko Bruderschaftskirche zum Hl. Michael etwas abseits des Trubels im Stadtteil Josephsburg. Eigentlich wäre die schmucke Doppelturmfassade als Endpunkt einer lachen Prachtstraße aus der Münchner Innenstadt gedacht. Dieses Vorhaben wurde allerdings glücklicherweise nie realisiert.
Den Auftrag zum Bau dieses Gotteshauses gab der Fürsterzbischof von Köln und Herzog von Bayern Clemens August I., der in Berg am Laim ein Hofgut besaß, dem die Michaelskirche fortan als Hofkirche dienen sollte. Sie wurde der Erzbruderschaft St. Michael als geistige Heimstätte übergeben. Der Bau, der von 1735-51 von Johann Michael Fischer geleitet wurde, gilt heute als Meisterwerk süddeutschen Barocks und Rokoko. Zur inneren Ausgestaltung und Schönheit der Kirche sei in die Fachliteratur verwiesen.
Mit der Säkularisation des Kurerzbistums Köln 1801 verlor St. Michael seinen Status und wurde Pfarrkirche für Berg am Laim und Baumkirchen. Dies war zuvor die alte Dorfkirche St. Stephan (https://youtu.be/_IeIVcW-rSE) gewesen. Nach leichten Kriegsschäden kurz vor Ende des 2. Weltkrieges konnte die Kirche recht bald wieder in der alten Schönheit ihrer Bestimmung übergeben werden.
Das erste Geläut zog im Jahr der Kirchweihe 1751 in die beiden Türme ein. Damals goss Anton Benedikt Ernst vier Glocken in e'-g'-c''-d''. Da die große Glocke nach einiger Zeit schadhaft wurde, gab man diese als Metallspende an den Erdinger Glockengießer Bachmair, der das Geläut von St. Michael 1893 zu einem sechsstimmigen Glockenchor (c'-f'-g'-a'-c''-d'') ergänzte. In beiden Weltkriegen wurden Glocken beschlagnahmt, lediglich die Marienglocke im Ton a' überlebte diese und läutet noch heute. Nachdem die heutige Stebeglocke von 1631 aus der benachbarten Lorettkirche hierher kam, ließ man 1954 in der Landshuter Gießerei Hahn vier neue Glocken gießen, die das Geläut wieder vervollständigten.
Die große Glocke hängt im Südturm, der Rest im nördlichen der beiden Türme.
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d'-f'-g'-a'-c''-(fis'')
Glocke 1
Hl. Michael
Ton: d'+1
Gewicht: 1550 kg
Durchmesser: 138 cm
Gießerei: Johann Hahn, Landshut
Gussjahr: 1954
Inschrift: GOTT IST DER HERR AUCH UNSERER ZEIT, SEIN ENGEL FÜHRT UNS ZUR EWIGKEIT.
Glocke 2
Maria Immaculata
Ton: f'+2
Gewicht: 870 kg
Durchmesser: 114,5 cm
Gießerei: Johann Hahn, Landshut
Gussjahr: 1954
Inschrift: ER HAT MICH UMHÜLLT MIT DEM MANTEL DER GERECHTIGKEIT, WIE EINE BRAUT IM SCHMUCKE
Glocke 3
Hl. Vinzenz
Ton: g'+3
Gewicht: 670 kg
Durchmesser: 103 cm
Gießerei: Johann Hahn, Landshut
Gussjahr: 1954
Inschrift: DEN ARMEN DIENEN HEISST IHM NACHFOLGEN.
Glocke 4
Hl. Maria
Ton: a'
Gewicht: 350 kg
Durchmesser: 88 cm
Gießerei: Anton Bachmair, Erding
Gussjahr: 1893
Inschrift: Ave Maria, gratia plena + Ora pro nobis nunc et in hora mortis nostrae Amen
Glocke 5
Hll. Schutzengel
Ton: c''+2
Gewicht: 275 kg
Durchmesser: 76 cm
Gießerei: Johann Hahn, Landshut
Gussjahr: 1954
Inschrift: IHRE ENGEL IM HIMMEL SCHAUEN IMMER AUF DAS ANGESICHT MEINES VATERS.
Glocke 6
Sterbeglocke
Ton: fis''-4
Gewicht: 100 kg
Durchmesser: 53 cm
Gießer: Bartholomäus Wengle, München
Gussjahr: 1631
Inschrift: MICH GOSS BARTOLOMÄUS WENGELE IN MINCEHN MD C XXX I
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Ein herzliches Dankeschön an die Pfarrei St. Michael Berg am Laim, v.a. Brian und Sigrid für die Ermöglichung der Aufnahmen.
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Heute feiert die Kirche von Dresden-Meißen und München ihren Patron, den Hl. Benno, dessen Heiligsprechung sich heuer zum 500. Mal jährt.
Hl. Benno von Meißen, bitte für uns!
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